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Il doppio peso e gli ignavi

E io ch’avea d’error la testa cinta,
dissi: “Maestro, che è quel ch’i’ odo?
e che gent’è che par nel duol sì vinta?”.

Ed elli a me: “Questo misero modo
tegnon l’anime triste di coloro
che visser sanza ‘nfamia e sanza lodo.

Mischiate sono a quel cattivo coro
de li angeli che non furon ribelli
né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro.

Caccianli i ciel per non esser men belli,
né lo profondo inferno li riceve,
ch’alcuna gloria i rei avrebber d’elli”.

Inferno: Canto III

 

Il doppio peso e gli ignavi

Uno dei grandi “segreti” del Tai chi chuan è il peso. Per consentire un profondo lavoro energetico e l’apertura del diaframma in maniera ottimale il peso è sempre su un piede solo. L’asse è uno, il diaframma si apre, l’energia si apre. Apparentemente il peso ben distribuito sui due piedi dà stabilità e sicurezza, il risultato è che ci troviamo in una condizione di staticità energetica e mentale. Il Maestro Chu direbbe essere parcheggiati o avere i piedi su due barche che potrebbero allontanarsi tra loro e farci cadere.

Già Yang Cheng Fu parlò dell’errore del doppio peso affermando che se il peso è da un solo lato si sarà in grado di seguire, mentre con il doppio peso si sarà goffi.

Come per far girare le ruote della bicicletta e creare così il movimento e quindi l’energia, un piede spinge ed uno segue, così nel Tai chi un piede si riempie e uno si svuota. Se spingessimo contemporaneamente su entrambi i pedali non ci sarebbe movimento, non ci sarebbe energia e non ci sarebbe equilibrio.

L’errore del doppio peso è fisico, energetico e mentale. Come per far funzionare una melodia abbiamo bisogno di singole note, così per essere allineati e aperti in noi stessi abbiamo bisogno del singolo peso, ora un piede ora l’altro, senza fissità ma con posizioni nette, precise. La postura mentale e fisica corretta non lascia spazio a confusione, ma lascia spazio alla modificazione continua. Siamo consapevoli del movimento ci permettiamo di seguirlo.

L’errore del doppio peso mi fa venire in mente il girone degli ignavi, di chi non sceglie da che parte stare e si trova bloccato, senza yin e yang, senza infamia e senza lode.