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Sogno e son desta

Sogno e son desta

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Sabato 3 Dicembre 2016 abbiamo avuto ospiti a “il Sogno di Lao” Ginevra di Marco con i suoi splendidi musicisti Francesco Magnelli ed Andreino Salvadori. E’ stata una serata indimenticabile ed un grande regalo per tutti noi.

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Al termine della serata il pubblico saluta gli amici rimasti a casa (guarda il video!)

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e per finire un sogno divenuto realtà: il mio regalo personale!!!

 

 

 

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Calendario dell’avvento taichichuanista

Proposta dicembrina della consigliera Itcca Italia Rosanna Gaudio con commenti ed osservazioni di altri praticanti.
Gli esercizi taoisti sono 24
come i giorni del calendario dell’avvento, si apre la finestrella sul giorno e c’è un’immagine, una nuova tappa, eventualmente un cioccolatino.
Si tratta del periodo di attesa del giorno del solstizio o della nascita di Gesù … della scintilla Yang che nasce nel momento di massimo Yin …
Ma che dolce attesa … che goduria ogni momento!

24 esercizi per la salute ed il benessere dice il maestro Chu, da eseguirsi quindi lentamente e con godimento.

24 esercizi che sono quasi una “seconda forma” perché, rivela il maestro Carlo Lopez,  la sequenza non è casuale.
Ecco quindi uno spunto per ogni esercizio:

Giorno 24
Chiudere gli occhi per rigenerare lo spirito

E magari è la tremillesima volta che arriva questo esercizio, o la 9876a, non so …
ma ancora, mentre sono lì con gli occhi chiusi, le mani sul tan tien, galleggiante come un’alga o meglio una medusa serena nel flusso, accesa la caldaia, presepe direbbe il Maestro di questo periodo, poco prima di scivolare in meditazione, sento il sorriso affiorarmi sulle labbra: mi sono aperta in tutte le direzioni, rilassata, ho giocato e saltato e volato e danzato … mi sono goduta tutto il tempo e respirato profondamente, e … sono di nuovo ad un inizio. Che felicità!!!

Giorno 23.
I fiori dorati cadono soffici

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C’è chi privilegia la leggiadra discesa, chi il rivolo di vento che fa risalire un attimo il fiore. O la foglia che sia … sempre dorata però.

(Ginkgo di 1400 anni al tempio di Guanyin, guarda caso, in Cina)

Giorno 22
Tan Pien, girando in continuo

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Giochiamo ancora un po’ !!
Saltelli leggeri ed elastici … decollo verticale tipo elicottero … 
ci “facciamo lanciare” come questa …

Giorno 21
Esercizio taoista 21
Il ragazzo/La ragazza prega Kwan-yin.
In inglese “the child prays to Kwan-Yin”.

kuanyin

Un esercizio un po’ particolare, cui sono particolarmente affezionata.

Siamo quasi alla fine della serie e continua la fase di gioco.

Child vuol dire sia bambino che bambina, e nella traduzione in italiano è stato sottolineato questo doppio significato, per evitare i soliti sciocchi fraintendimenti di genere … al Maestro Lopez piace ricordarci che siamo prima di tutto esseri umani, e solo “poi” maschi o femmine …

Confesserò che il mio trucco mnemonico per ricordare il numero dell’esercizio era pensare al 2, pari femminile, insieme al 1, dispari maschile … quindi 21

Da una parte bambini quindi, e dall’altra Kwan-yin (scritto anche Quan Yin, Guan Yin, Kwan Yin, Kuan yin, o tutti questi “attaccati, es Guanyin etc).

Dea della misericordia, (<<colei>> che ascolta il suono <<delle grida del mondo>>), immortale taoista, e soprattutto protettrice dei bambini.

Altra cosa curiosa su Kwan-yin è che è “spesso raffigurata sia come maschile che femminile per mostrare come trascenda senza limiti i generi” (come riportato su wikipedia: versione inglese Guanyin).

Giorno 20
Ugualmente bello

tamburello

Sempre mi sento come questo giocattolo … o strumento musicale che sia, e gioco!
Mi piace allo stesso modo stare ferma e muovermi, andare a destra e a sinistra, guardare davanti e dietro, stare più su e più giù … “ e … e”  
Ecco il video

Giorno 19
Il rinoceronte beve l’acqua

ostrica

Ecco un’altra occasione in cui parti del corpo che consideriamo lontane si avvicinano e si incontrano, il “basso”  va  verso l'”alto” e il contrario come in questo esercizio.

Mi fa pensare all’ostrica: due parti uguali che collaborano, incernierate nell’osso sacro, che si incontrano a metà strada.
Ed ecco allora che ci trasformiamo in perla, in palla che non può cadere ( secondo definizione un alto che va verso il basso) ma solo rotolare.

Con buona pace de Verga ciò che le “salva” non è l’immobilità che è chiusura, ma l’immobilità che è meditazione, apertura della mente, filtraggio di ciò che è necessario, comprensione del movimento che non necessita di essere ampio ma profondo.

Giorno 18
Esercizio taoista 18
Farfalle volano in coppia

farfalle

Siamo insieme anche se siamo alle estremità del globo, ciascuno facendo ciò che deve fare, con la gioia e la leggerezza del volo delle farfalle. 
E ci aspettiamo nel momento del cambiamento affinché sia piacevole e non distruttivo.
E abbiamo abbastanza stima e fiducia in noi stessi per averla nell’altro.

Giorno 17
La gru dalla testa rossa si stira le zampe

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Primo: non fermarsi all’aspetto esteriore. Da vedere sembra così chiuso! Invece è quello che insegna come l’apertura sia prima di tutto interna, del diaframma e della mente prima ancora.

Non sentirsi prigionieri !

In inglese il nome dell’esercizio è the holy crane senza menzionare la testa rossa.
È perché la gru santa è la gru della Manciuria o Grus japonensis che per l’appunto ha la testa rossa.
Detta anche gru fatata si dice possa vivere fino a mille anni ( grazie al suo perfetto allineamento diremmo noi) e spesso nei racconti è la cavalcatura di un saggio o di un immortale.

Non metto una foto specifica ma vi mando il link di questa pagina dive ci sono foto bellissime della gru e di altri animali.

Giorno 16
Esercizio taoista 16
Esalando aria vecchia ed inalando aria fresca

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L’esercizio conclude il secondo gruppo di 8: era iniziato con un movimento completo del diaframma nelle 8 direzioni e finisce con un altro movimento completo, secondo gli esempi classici: le stagioni in un anno, il motore a scoppio, l’utilizzo dell’ombrello, il quiddich …

Giorno 15
Esercizio taoista numero 15
Mani e Piedi si incontrano

piedini

Eccoci tornati bambini, quando alto e basso non erano separati, le nostre estremità amiche.
In un certo senso complementare del numero 19 (suspance)

La cosa principale è non perdere la flying position delle braccia, l’obiettivo è volare sempre.
Poi cerco la flying position delle ali dietro a partire dal ginocchio

Giorno 14
Esercizio taoista 14
Grande e piccola stella dorata

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Da Rosanna Gaudio
Lo sento come la versione più gioiosa e dinamica del secondo esercizio, il palpitare tra terra e stella, un gioco di bimbi.

Man mano che il buio avanza possiamo vedere più luci in cielo (“Puoi vedere le stelle solo di notte” cit).
E brilla sia venere che una stella : anche il nostro pianeta brilla visto dagli altri pianeti.

Da Nicoletta Milani
È vero èuna stella che pulsa…. E poi annuncia l’estate: per imperscrutabili motivi il Maestro la propone solo con temperatura ambientale superiore a 27 gradi (temperatura percepita ovviamente mai più o meno di 22)

Da Autore Anonimo
stella stellina
si arriva fino in cima
sei dentro una palla
è luce che ci abbaglia
più salti più è bello
se ridi è ancora meglio

?????????????

Giorno 13

Ieri si è chiuso un ciclo nel ciclo, eravamo alla metà degli esercizi, e l’ultimo, il dodicesimo, acqua-fuoco , richiamava fortemente il primo, sebbene più “profondo”.

Ora riparte l’esplorazione del movimento, in maniera più dinamica in un certo senso.

Esercizio taoista 13
L’aquila volando volge la testa

remiganti

Nella prima parte spiegavamo le ali, pronti al decollo, ora stiamo già volando, planiamo dolcemente, le remiganti al vento.

Possiamo avere uno sguardo d’insieme, nonostante la vista d’aquila sia capace di cogliere i più fini dettagli, una prospettiva ampia che apre la mente, inibisce il giudizio, invita alla comprensione.

Posso permettermi infatti di volgere la testa, di guardare tranquillamente sia a sinistra che a destra,mentre le penne timoniere conoscono la rotta.

Mi concedo una piccola digressione su queste penne: le remiganti sono le più importanti, assieme alle timoniere, in quanto indispensabili per il volo.

(Purtroppo è pratica comune il taglio delle remiganti su vari uccelli da parte dell’essere umano: pratica che non solo blocca il volatile di turno, ma anche l’energia del tarpatore)

L’immagine delle remiganti aperte di quest’aquila sempre mi ricorda, al di là dell’anatomia specifica, le dita delle mani: in questo esercizio ed in generale devono essere aperte, morbide e di sostegno, vive!

Giorno 12
Esercizio taoista 12
Il celeste re Li solleva una Pagoda

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Questo esercizio mi riporta ad atmosfere “romane”.
Quando scendiamo ed apriamo i gomiti per fare acqua vedo svilupparsi le perfette arcate degli antichi acquedotti, quando salgo e faccio “fuoco” vedo brillare le file di bracieri sempre accesi nei templi …

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Giorno 11
Esercizio taoista numero 11
Il re del cielo si sostiene la schiena

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Varie possibilitá: pronti per la festa, aperti per ballare la Tarantella, 
oppure meditativi a respirare col fianco di turno, a sentire la Z che formano le braccia, la clessidra del tempo che non passa … o in cui saltano i pesci da una parte all’altra.

Giorno10
Esercizio taoista n 10
Testa di Drago coda di Fenice

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La seconda sessione di 8 contiene la parte più “fantastica” dopo una placida osservazione della natura.
Fenice e Drago rappresentano i principi Yin e Yang, l’imperatrice e l’imperatore come complementari.
Parte importantissima il lasciarsi andare su una nuvoletta per volare ( come lo Scimmiotto della storia citata dal maestro Lopez).
Una buona suggestione anche per leggere diversamente la spinta di Archimede.

 

Giorno 9
Esercizio taoista numero 9
Girando nella forma di pa qua

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Da Rosanna Gaudio
E’ finito 1/3 degli esercizi (non scordiamo che sono una sequenza), ci siamo aperti in tutte le direzioni ed ora testo il risultato: prodezze di cameriere alla Po o “Il Monaco” oppure record di limbo?
Oppure perché no…?Tutto è possibile …

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Giorno 8.
Esercizio taoista numero 8

La Tartaruga Sacra guazza.
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Difficile aggiungere qualcosa ad uno degli esercizi più studiati. Personalmente amo quella cara sensazione di pace che mi pervade intimamente quando il movimento della coda e della testa liberano i reni e la paura scompare, e le zampe mi fanno volare. ( Rosanna Gaudio)

Guazzare, oltre a stare a contatto con l’acqua, significa stare a proprio agio in una situazione (Nicoletta Milani)

(articolo uscito su l’Altra Medicina)https://www.youtube.com/watch?v=18J1oI_K6gQ

 

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La tartaruga è un simbolo transculturale ricchissimo. Eccone una Maori: testa, cuore, pancia
(Vanna Berlincioni)

Giorno 7

Esercizio taoista numero 7
Lo scimmiotto dorato offre la frutta
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Gioco facendo una capriola sul posto,
sull’ “asse delle anche” e poi accendo uno dopo l’altra le luci di tutti i miei centri interni e do vita ad un bell’arcobaleno.
Finalmente fermata la mente di scimmia e ritrovata la sanità mentale dell’arco, il saggio Dorato rivela l’abbondanza

Giorno 6
Esercizio taoista numero 6
Il rinoceronte guarda la luna.

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Combinazione di perfette geometrie, continuo ad essere flessibile e mi muovo più ampiamente. Guardo e collego il maschile ed il femminile della destra e della sinistra, del cielo e della terra, del rinoceronte e della luna.
Mentre guardo la luna posso alzare il braccio verso l’alto ed indicare una stella cadente (questa posizione è molto comoda per guardarle) oppure le stelle dell’Orsa Maggiore per la classica meditazione taoista della “discesa delle stelle negli organi del corpo”.

Giorno 5
Esercizio taoista numero 5
Il mulino ad acqua che ruota.

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Mettiamo in funzione i “LEGNI” del mulino …
e ci accarezziamo in questa altra direzione spaziale per lo yin yang …
e via sulle giostre !!

Come giunco ben ancorato al terreno mantengo flessibile il centro legnoso e accetto che le tempeste mi pieghino, perché so che nulla può spezzarmi.
Imparo ad inchinarmi senza perdere dignità.

Giorno 4
Esercizio taoista numero 4
Spiegare le ali a sinistra e a destra

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Ho scoperto le ali ed inizio ad usarle.

Ultima messa a punto … olio alla catena

Spirale … spinale … o meglio colonna …

Tutto il corpo vola, è la fluida spinta dell’acqua che lo fa volare.
A destra lo yang permette la distensione dello yin.
A sinistra lo yin fa leggiadro lo yang.

Giorno 3

Esercizio taoista numero 3
Le onde del mare si increspanomare3Non è il mare agitato. Sono gli schizzi dei giochi nell’acqua …

L’onda che ci culla dal profondo.

Scivolo a destra mi permetto di poter fare, perdono mio padre, conosco il mio maschile
… scivolo a sinistra … mi permetto di ricevere, perdono mia madre, conosco il mio femminile …

Giorno 2
Esercizio taoista numero  2

Mani incrociate che si aprono e si chiudono.

 

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La prima volta che ho cominciato a capire i “pallini” nel simbolo del Tao.
Apro e rimango rilassato, chiudo ma resto aperto.

Un abbraccio che ti accoglie col cuore e ti comprende tutta/o, dalla pancia alla testa, dopo essere diventata/o energia nel primo esercizio.
Il palpitare tra terra e stella.

Giorno 1
Esercizio taoista numero  1
Movimento di Tai Chi Yin e Yang.

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Un nome che racchiude un tutto. All’inizio della mia pratica esso era conosciuto tra gli amici come l’altalena. Rilassa, sblocca dolcemente il bacino riportandoci al piacere infantile di andarci davvero sull’altalena.

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la Via dell’Abbondanza Sostenibile

To Walk in Beauty; The Way of Sustainable Abundance

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Camminare nella Bellezza; la Via dell’Abbondanza sostenibile

 

“Camminare nella Bellezza” è una nota affermazione dei nativi americani che indica la possibilità di vivere al vita in armonia e senza sforzo. Integrando la saggezza basata sulla terra con le intuizioni della scienza e della tecnologia, impariamo a coltivare il potere dell’ attenzione e a ricevere il sostegno per il lavoro della nostra vita.

Questo workshop mostra come questo possa effettivamente essere realizzato attraverso l’arte e la scienza della Manifestazione: allineando i nostri mondi interiori ed esteriori con la natura e con lo spirito. Il processo attraverso “tre potenziamenti” permette di vedere le cose con chiarezza, di rilasciare risposte condizionate e creare una “visione guarita”, che porta avanti il vostro più grande potenziale in ogni settore della vita: carriera, salute, relazioni e allineamento spirituale.

Attraverso meditazioni guidate, la costruzione di un “mandala dell’abbondanza,” viaggi sciamanici nei regni sottili della creazione ed esercizi di Qi Gong per radicare le nostre visioni,esploriamo le “dodici camere della manifestazione”, allineando noi stessi per “essere nel posto giusto al momento giusto”, e per trasformare i “metalli di base” del risentimento, della malattia e della disperazione, in potere diretto, salute vibrante e compassione radiosa. Il laboratorio offre sessantaquattro pratiche specifiche in grado di trasformare la nostra frequenza e muoverci in verso l’amore, il potere e la saggezza. Invitiamo guerrieri spirituali di tutti i tipi che sentono che la “Via della Bellezza” è reale e raggiungibile in questo momento speciale nella storia.

Rick Jarow

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Abbondanza: che cos’ è?

 Rick Jarow in Italia

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Abbondanza: che cos’ è?

E.H. Rick Jarow

In sintesi, la vera abbondanza è libertà. E’ benessere innato, senso di appagamento che non deriva da fattori esterni. Abbondanza è imparare ad aver fiducia nella vita. E’ realtà vissuta pienamente come esseri coscienti, presenti e integri. Per questo la qualità dell’attenzione è il solo metro di misura dell’abbondanza e anche il capitale più grande di cui poter disporre in qualsiasi situazione.

Un altro aspetto molto importante dell’abbondanza, che può essere considerato come ‘il dono dell’Occidente’, è ciò che io chiamo ‘La Speranza Messianica’. La tradizione occidentale è caratterizzata dal credo che la vita dell’uomo acquisisca significato grazie al suo destino divino. Se da una parte tale credo può essere uno strumento che, se utilizzato impropriamente, consente di sottrarsi alle responsabilità per le molte, ingiustizie sociali, può anche suscitare un profondo senso di speranza. Questa speranza senza riserve nasce dalla convinzione che oltre alla disperazione e all’oscurità, le sfide, le difficoltà e i dubbi, vi sia un fine divino che ci spinge ad andare avanti. Vi è un disegno più ampio dietro la nostra realtà. C’è una ragione per cui noi siamo qui. Sappiamo che il nostro posto in questo grande disegno è certo, anche se ci è ancora sconosciuto.

Siamo venuti qui per comprendere e testimoniare che nonostante le circostanze più difficili della vita è possibile ricevere bellezza e ricchezza in abbondanza. La fede nel bene e nella saggezza delle cose ci consente di trovare la strada attraverso i momenti più bui della vita. Così l’abbondanza è fede nel bene innato della vita, è dire ‘sì’ alla vita includendo le sofferenze del mondo. Il nostro senso interiore di abbondanza ci dona la libertà di essere presenti pienamente nella vita facendo tutto il possibile per sostenere i nostri simili. Se noi stessi non ci sentiamo ricchi, come possiamo offrire agli altri ciò che abbiamo ricevuto? Ecco che l’abbondanza diviene arcobaleno che risplende nella tempesta, promessa del nostro destino divino.

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Comprendere la morte, Accompagnare la vita

COMPRENDERE LA MORTE, ACCOMPAGNARE LA VITA

 

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IL SOGNO DI LAO ospita presso la sua sede in Genova il percorso formativo tenuto da Ange FEY sulla morte, il morire e la funzione di accompagnamento

Questa iniziativa è articolata su due fine settimana ed è aperta a tutte le persone che intendono sinceramente e seriamente intraprendere un percorso di riflessione e di comprensione in relazione alla morte, al morire ed all’accompagnamento delle persone in fin di vita.

“Comprendere la Morte, Accompagnare la Vita” è principalmente un incontro con la vita, con un’esistenza che non nega la morte e la paura di quest’ultima e dove gli aspetti pratici, scevri da dogmi, si articolano con apporti di ampio respiro culturale.

Questa iniziativa deriva dalla pratica di formazioni in campo sanitario, educativo, sociale e terapeutico, e dalla ricerca applicata a singoli e a gruppi con particolare riferimento all’educazione degli individui al rispetto della vita fino alla morte.

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Alla sorgente delle diecimila cose

Alla sorgente delle diecimila cose

di Chiara Lavezzari

Homer-Lao-Tzu

 Arti Marziali Interne Taoiste

Tai Chi Chuan, Yi/Qi Gong, Meditazione

 Tenere in pugno la sorgente Yin e Yang. Questa traduzione del termine Tai Chi Chuan recentemente proposta dal M°Carlo Lopez è quella che preferisco perché ricorda la visione del pugno vuoto del Buddha o quella del pugno che si apre davanti a Kasyapa mostrandogli una rosa.

Tenere nel pugno, maneggiare, indica una profonda conoscenza accompagnata da naturalezza.

E’ dall’incontro delle polarità che nasce e si manifesta la vita, l’energia interna è espressione della vita stessa e mantiene in continuità e salute i nostri corpi densi e sottili. A questo livello il Tai Chi Chuan agisce per lo sviluppo del potenziale energetico personale. La potenzialità si sviluppa e prende forma solo nell’incontro delle parti senza divisione. Apertura e rilassatezza, marzialità e benessere, consapevolezza e fluidità, Yin e Yang sono i concetti chiave delle pratiche taoiste di lunga vita alle quali ci riferiamo parlando di Tai Chi e sono funzionali solo se applicati contemporaneamente e senza distanza. Ogni parte dell’essere va riconosciuta e vissuta dall’interno, se neghiamo un elemento rifiutiamo un aspetto di noi stessi.

Una coppia fondante e poco conosciuta è quella di Yi e Qi. Tai Chi e Qi Gong permettono e facilitano lo scorrere del Qi, l’energia che fluisce nel nostro corpo e ci fa star bene. Il Qi da solo non basta, è guidato dallo Yi: dall’intenzione, dalla mente. Una mente troppo marziale è rigida, diventiamo ossessivi, siamo intransigenti, ci alleniamo troppo. Se la mente è poco marziale siamo travolti dalla vita, siamo in balia degli eventi. Per utilizzare una semplice analogia possiamo vedere il corpo umano come un’autovettura dove lo Yi è la batteria (mente) e il Qi è la benzina (energia) . L’automobile con il pieno di benzina e la batteria a terra non può avviarsi. La batteria funziona solo se è carica e se collegata adeguatamente, se possiede cioè la giusta struttura.

Ogni posizione, nel Tai Chi Chuan, lavorando sulla struttura e non sui muscoli, porta a un movimento libero del diaframma che massaggia gli organi interni apportando una migliore irrorazione e la rilassatezza necessaria a mantenere la postura corretta e potente.

La pratica del Tai Chi Chuan ci insegna a fluire e ad accordarci con la polarità in cui siamo immersi e di cui siamo parte, riconoscendo i nostri blocchi energetici, lavorando con delicatezza e fermezza dove troviamo l’ostacolo.

Eseguendo movimenti in maniera naturale e conforme alla struttura, senza l’utilizzo di forza fisica si è totalmente consapevoli di ogni parte: la lentezza concede il tempo della consapevolezza. Più si pratica e più la consapevolezza s’interiorizza portando una pulizia interiore che si manifesta in un’intima unità, avvertita anche come fluidità.

Consapevolezza e fluidità sono anch’esse parti di un Tao.

Attualmente le pratiche di consapevolezza sono molto diffuse e ammirate, fonte di autoconoscenza e auto comprensione, ma possono risultare vuote e fini a loro stesse se non abbinate alla spontaneità e alla naturalezza. La consapevolezza senza la fluidità rischia di rimanere bloccata nella via mediana, nel compromesso che mal si adatta al gusto di ognuno e alla propria propensione individuale. Nell’approccio taoista il giusto mezzo non s’intona all’armonia universale in cui ognuno porta la propria nota e la propria frequenza all’interno del coro. E’ ciò che viene tradizionalmente chiamato dharma, che alcuni traducono erroneamente con ‘dovere’ ma che potremmo parafrasare con ‘fare ciò per cui siamo nati’. Fare ciò che ci è conforme come individui nel contesto dell’ambiente in cui viviamo.

Per consentire a noi stessi consapevolezza e spontaneità abbiamo bisogno di spogliarci dalle abitudini acquisite, delle reazioni e modi d’essere e d’agire troppo spesso condizionati dalle esperienze cristallizzate all’interno.

Un processo di disidentificazione che attraversa tutti i livelli della personalità dal fisico, all’emotivo, al mentale.

Nella pratica del Tai chi/Qi Gong come nella meditazione la forma statica o dinamica eseguita è il mezzo per lavorare profondamente in noi stessi nel ritorno verso la sorgente, il Punto Zero in cui avviene l’incontro degli assi su cui si sviluppano le dimensioni della vita: un asse verticale collegato all’aspetto spirituale, un asse orizzontale collegato al dispiegarsi degli eventi nello spazio-tempo e un asse di profondità che rischia di allontanarci dalla piena potenzialità.

Assi

Tornare al centro di noi stessi e in allineamento consente a nuove possibilità di svilupparsi, la visione si amplia e il futuro si allarga, le pratiche taoiste di lunga vita come il Tai Chi Chuan, l’Yi/Qi Gong e la Meditazione si presentano a noi e alla nostra cultura come fonte di nuove possibilità, offrendoci inattese risorse di comprensione individuale e sociale.

 

Without going outside, you may know the whole world.

Without looking through the window, you may see the ways of heaven.

The farther you go, the less you know.

 

Thus the sage knows without travelling;

He sees without looking;

He works without doing.

Tao Te Ching, 47

 

 

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Tradizione della famiglia Yang

Facendo riferimento alla tradizione della famiglia Yang, riportiamo la storia ufficialmente accettata dall’International Tai Chi Chuan Association, associazione fondata dal Maestro Yang Sau Chung per favorire la diffusione della pratica anche in Occidente.

Si narra che vi furono molti personaggi, al confine tra la realtà e la leggenda, che contribuirono allo sviluppo di discipline simili al Tai Chi Chuan, ma l’unico che riuscì ad ottenere l’unificazione di tutte queste arti marziali, fu il Gran Maestro Chang San Feng.
Chang San Feng nacque nel 1247, nel periodo della Dinastia Yuan, e sin da giovane, dopo aver letto i classici della letteratura cinese, intraprese quel cammino di ricerca spirituale che lo avrebbe portato a diventare un monaco taoista. Vagò per trent’anni tra templi e montagne fino a stabilirsi in una località imprecisata dei monti Pao Gi nello Henan, Cina Occidentale, dove conobbe l’arte dello “Shaolin Chuan”. Shaolin è il nome del famoso tempio che divenne poi un importante centro di arti marziali “esterne”, cioè discipline che pongono molta enfasi sul vigore e sulla forza muscolare come fonti di velocità e di potenza.
Chang San Feng rimase per circa dieci anni presso il tempio ed imparò tutti gli esercizi del “Kung Fu Shaolin”. Nel 1300 venne finalmente in contatto con eremiti e monaci taoisti, che gli trasmisero i segreti dell’energia e della longevità, e si stabilì quindi sul Monte Wudang, la montagna sacra del Taoismo, dove, secondo la leggenda divenne immortale.
Forte dell’approfondita conoscenza delle pratiche taoiste, Chang San Feng modificò radicalmente il “Kung Fu Shaolin”, relativamente duro, in uno stile più morbido noto come “Lungo Chuan Wudang”, eliminando l’uso di pesi e sacchetti di sabbia per l’allenamento ed introducendo invece le tecniche taoiste di meditazione e sviluppo energetico, il controllo del respiro, le visualizzazioni. Perciò il tipo di pratica da lui concepita trascendeva nettamente l’arte marziale e si configurava piuttosto come un metodo per lo sviluppo interiore e spirituale, da cui l’abilità marziale scaturiva come una naturale conseguenza, insieme al benessere fisico e mentale.
Narra la leggenda che Chang San Feng avesse tratto ispirazione, per la creazione del Tai Chi Chuan, da un combattimento tra un serpente ed una gru, a cui si era trovato accidentalmente ad assistere. Il serpente sinuoso e flessibile a riposo attaccava in maniera rettilinea  e la gru normalmente allineata neutralizzava il serpente grazie a movimenti a spirale delle ali: nessuno vinse ma Chang San Feng capì come morbidezza  e apertura fossero  le qualità vincenti ideò il Tai Chi Chuan.
Dai tempi di Chang San Feng si succedettero varie generazioni di Maestri fino ad arrivare a Chen Wang Ting, vissuto nel 1600 d.C. e fondatore dello stile Chen, da cui sono derivati poi tutti gli altri stili di Tai Chi Chuan come lo Yang e il Wu. Il fondatore dello stile Yang fu il Gran Maestro Yang Lu Chan (1799-1872).
Prima dell’avvento di Yang Lu Chan, il Tai Chi Chuan era considerato un tesoro esclusivo della Famiglia Chen e per i suoi membri rappresentava un segreto prezioso da custodire gelosamente, tanto che anche il solo mostrarlo a persone esterne alla famiglia costituiva quasi un reato. A maggior ragione chi avesse “rubato” un tale segreto, avrebbe recato un’offesa estremamente grave alla Famiglia Chen, offesa punibile anche con la morte.
Yang Lu Chan si fece assumere come servo in casa dei Chen, capeggiati a quel tempo dal Gran Maestro Chen Chang Hsin e, dopo poco, cominciò ad osservare di nascosto le lezioni che quotidianamente il Maestro impartiva ai membri della sua famiglia. Passò le notti a studiare e ad esercitarsi da solo raggiungendo un livello elevatissimo, finché non venne scoperto. Il Maestro Chen lo invitò a battersi con i suoi allievi ed egli li sconfisse tutti con tale bravura che il Maestro ne rimase impressionato e lo prese come suo discepolo, perdonandolo davanti a tutti i suoi studenti riuniti nella sala di famiglia, di aver rubato l’arte segreta e dichiarandosi orgoglioso di accoglierlo come nuovo praticante del Tai Chi Chuan della Famiglia Chen.
In seguito Yang Lu Chan viaggiò per tutta la Cina visitando palestre e monasteri, alla ricerca dei più famosi maestri di Kung Fu, che regolarmente sfidava e immancabilmente sconfiggeva, guadagnandosi così l’appellativo di “Yang l’invincibile”. La sua bravura era tale che, con il solo uso dell’energia, riusciva a scagliare a metri di distanza anche gli avversari muscolarmente più forti e potenti, ma senza ferirli. Yang Lu Chan fu convocato anche alla corte dell’Imperatore, che però era di origine Mancese (popolazione del nord della Cina) e questo fu uno dei principali motivi che lo spinsero a non insegnare alla famiglia imperiale l’arte del Tai Chi Chuan nella sua interezza, bensì a trasformarla in una ginnastica dolce basata sull’apparenza e priva dei principi interni che la rendevano veramente potente.
Il suo Tai Chi Chuan divenne così il più conosciuto e diffuso di tutta la Cina, ma in realtà l’autentico Tai Chi Chuan, completo di tutti i segreti, Yang Lu Chan, lo trasmise solo all’interno della propria famiglia. I suoi due figli Yang Yu (1837-1892) e Yang Chien Hou (1839-1917) proseguirono la tradizione paterna. Si racconta che Yang Chien Hou fosse incredibilmente abile con le armi, in particolare col bastone e che avesse una sensibilità straordinaria grazie alla quale riusciva ad impedire agli uccelli di spiccare il volo dal palmo della sua mano. Infatti quando questi cercavano di darsi la spinta per volare via, lui abbassava la mano quel tanto che bastava per impedire loro di utilizzarla come base d’appoggio. Dei due figli di Yang Chien Hou, Yang Chen Fu (1883-1936) fu sicuramente il più famoso.
Cominciò a studiare il Tai Chi Chuan all’età di vent’anni e dopo la morte del padre intensificò ulteriormente la sua attività fino a raggiungere un livello altissimo e a divenire anche più abile del padre. Si narra che fosse apparentemente morbido come il cotone, ma che avesse una potenza interna come l’acciaio. Yang Chen Fu viaggiò molto e definì con precisione lo stile Yang insegnandolo pubblicamente nei parchi, però anche lui differenziò la sua pratica in “forma pubblica” e “forma privata”: solo la forma privata conteneva i segreti dello stile della famiglia Yang e pochissimi dei suoi innumerevoli allievi vennero iniziati ad essa.
Questo spiega perché lo stile Yang attualmente diffuso e pubblicamente insegnato in Cina si discosta sensibilmente dallo stile Yang originale. Alla stragrande maggioranza dei suoi allievi Yang Chen Fu insegnava la “forma pubblica”, un dolce esercizio ginnico privo di qualsiasi contenuto sia energetico che marziale, e solamente ai membri della famiglia e ad alcuni allievi particolarmente meritevoli insegnava la “forma privata”.
La sua eredità fu raccolta dal figlio Yang Sau Chung (1905-1985), il quale iniziò ad imparare il Tai Chi Chuan all’età di otto anni e studiò con il padre per più di venti anni. Nel 1949, dopo l’avvento di un regime politico intollerante nei confronti del Taoismo, si rifugiò ad Hong Kong dove nel 1971 fondò l’International Tai Chi Chuan Association (ITCCA) in modo da diffondere e preservare lo Stile Originale della Famiglia Yang.
Attualmente il responsabile per l’Europa dell’ITCCA è il Maestro Chu King Hung, uno dei tre discepoli a cui il Gran Maestro Yang Sau Chung svelò tutti i segreti della Famiglia Yang. Il Maestro Chu King Hung aveva dodici anni quando la sua famiglia si trasferì ad Hong Kong e lì incominciò l’apprendistato col Maestro Yang Sau Chung, che sarebbe durato 26 anni. Apprese la Tradizione completa della famiglia Yang e fu in seguito autorizzato dal Gran Maestro ad insegnare lo stile Yang nella sua forma originale. Il Maestro Chu King Hung vive in Europa ed organizza stage in molti paesi Europei.
La trasmissione della tradizione continua la sua diffusione grazie agli insegnamenti del Maestro Carlo Lopez, VI generazione della Famiglia Yang e caposcuola italiano.

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Statuto

Statuto Orientamenti a est

Il Sogno di Lao fa parte dell’Associazione Culturale Orientamenti a Est…

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Un sogno

Un giorno,  ZhuangZi si addormentò in un parco: sognò di essere una bellissima farfalla. Vola di qua, vola di là, alla fine la farfalla, stanca, si addormentò. Anche la farfalla fece un sogno: sognò di essere  ZhuangZi. In quel momento ZhuangZi si svegliò: ma non riusciva a capire se in quel momento era il “vero” ZhuangZi  o lo ZhuangZi  che la farfalla aveva sognato.

All’inizio dell’avventura nel nuovo spazio cercavo un nome per questo luogo, passaggio a nuovi orizzonti e nuove avventure.

Il nome del centro prende spunto dal noto racconto taoista sul sogno di ZhuangZi  e onora LaoZi ritenuto l’autore del DaodeJing materializzando il sogno che il Maestro immortale sta tuttora sognando.

Così, il Sogno di Lao, è manifestazione di una visione, spazio in cui indagare la Realtà oltre forma.

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59. Huan – Dissoluzione

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59.Huan – La dissoluzione

Iniziano le attività, corsi,seminari: che indicazioni per noi ?

Apro il Il Libro:

Esagramma 59, La Dissoluzione, il vento si leva sopra l’acqua, la disperde e la dissolve in schiuma e vapore. L’energia vitale viene rimessa in circolo.

L’acqua è simbolo di conoscenza, profondità e mistero, il vento diffonde questa conoscenza. Tutto ciò corrisponde sorprendentemente con il progetto de “Il Sogno di Lao”.

LA SENTENZA

La dissoluzione. Riuscita.

Il re si avvicina al tempio.

Propizio è attraversare la grande acqua.

Propizia è perseveranza.